Qualche mese fa la modella canadese Winnie Harlow, affetta da vitiligine, ha postato sul suo profilo Instagram una foto invitando tutti a valorizzare la propria bellezza e a combattere il senso di disagio e inadeguatezza provato molto spesso da chi è affetto da questa malattia. Si stima che la vitiligine colpisca circa lo 0,5-2% della popolazione mondiale (70-100 milioni di persone), con punte dell’8% in alcune regioni dell’India. Per quanto riguarda l’Italia, si stima che circa 700mila-1 milione di persone ne siano affette. Abbiamo rivolto alcune domande al Dott. Bordignon Matteo, Medico Chirurgo Specializzato in Dermatologia e Venerologia – Dermatologo, Dottore di Ricerca in Biomedicina e Scienze Immunologiche, il quale è riuscito, dopo anni di studi, ad identificare per la prima volta al mondo una proteina, chiamata MIA (dall’inglese: Melanoma Inhibitory Activity), come principale causa della vitiligine.
Dottore, cos’è la vitiligine?
La vitiligine è una malattia della pelle, la quale si manifesta con macchie cutanee di colore bianco nelle aree dove viene a mancare la presenza della melanina. Non si tratta di una malattia congenita, essa infatti può insorgere a qualsiasi età e la fascia di popolazione più colpita va dai 10 ai 30 anni, con un picco attorno ai 20 anni. La forma di vitiligine più comune, detta “non-segmentaria”, è quella di impatto più grave poiché nella maggioranza dei casi si manifesta con macchie cutanee bianche che compaiono improvvisamente al volto, mani e piedi, oltre che a gomiti, ginocchia e in maniera diffusa sul tronco.
Quali sono i principali sintomi e le cause?
I sintomi della vitiligine sono spesso assenti. Le macchie cutanee di colore bianco non provocano infatti prurito o bruciore o altri sintomi, ma si limitano alla differenza di colore rispetto alla cute sana circostante. Per molto tempo si è pensato che la vitiligine fosse una malattia autoimmune, ma gli studi da me condotti e pubblicati indicano come le cause della vitiligine risiedano all’esterno del sistema immunitario e precisamente in una proteina chiamata MIA (melanoma inhibitory activity) presente appunto nei pazienti adulti e bambini affetti da vitiligine.
Ci parli di più sul ruolo della proteina MIA (melanoma inhibitory activity) nella patogenesi della vitiligine
Si parte dalla considerazione che la vitiligine sia una malattia causata da un cronico distacco di melanociti. Le interazioni tra i melanociti e la membrana basale sono mediate da diverse molecole, in particolare dalle integrine alpha5beta1. La perdita di adesività delle integrine alpha5beta1 causata dal traumatismo o da fattori stressogeni di tipo chimico (tipo stress ossidativo) potrebbe essere un primo tassello della patogenesi che conduce alla vitiligine. I nostri studi dimostrano che la proteina MIA, presente nella cute affetta da vitiligine non-segmentale, può causare il distacco dei melanociti, portando alla formazione delle chiazze acromiche in risposta a vari stimoli.
Come si può quindi curare la Vitiligine?
Le terapie ad oggi disponibili sono:
- corticosteroidi
- immunosoppressori topici (inibitori della calcineurina)
- fototerapia UVB
- vari antiossidanti da assumere per via orale
- molecole stimolanti l’adesività dei melanociti
- metodiche chirurgiche (trapianto di melanociti)
Nonostante la ricerca stia portando avanti cure innovative nel campo della vitiligine (come la tecnologia di inibizione della proteina MIA), e alcune novità siano già disponibili (come ad esempio un integratore che sfrutta le proprietà delle foglie di olivo e della quercitinaper stimolare l’adesività dei melanociti), è importante intraprendere un percorso personalizzato ed individuare le migliori cure che possano portare ad un controllo della malattia e ad una possibile ripigmentazione.