Autunno ricco di novità ai Poliambulatori San Gaetano: con il mese di novembre l’area ortopedica si arricchisce con l’arrivo del Dottor Leone Pangallo: Dirigente Medico dell’Ospedale di Verona, Centro Regionale Specializzato Veneto di Chirurgia della Mano e dell’arto superiore, presente nella rete nazionale di gestione delle Urgenze Microchirurgiche per il reimpianto degli Arti Amputati ed il trattamento delle lesioni complesse dell’Arto Superiore, il Dottor Pangallo ha contribuito con la sua competenza ai successi del suo reparto, ricevendo nel 2011 l’incarico di Alta Specializzazione “La mano Traumatica”.
Dottore, quali sono i suoi campi di interesse?
Le competenze che ho acquisito spaziano dalla patologia Artrosica e Reumatoide del gomito, del polso, delle dita e rizoartrosi, al Morbo di Dupuytren; dalla patologia dei nervi periferici tra cui il tunnel carpale e la neurodocite ulnare, per arrivare alle tendiniti, alle dita a scatto, al morbo di De Quervain, fino alle lesioni tendinee, passando per le malformazioni congenite e patologie pediatriche, le neoformazioni, le patologie vascolari e le rigidità post-traumatiche.
Un interesse nato quasi per caso, dopo un intervento all’anca subìto da mio padre e affinato nei primi anni di lavoro al pronto soccorso, dove le lesioni alle mani hanno attirato la mia curiosità, fino alla Specializzazione, alla scuola del Dottor Cugola. In vent’anni l’attenzione delle aziende e la ricerca hanno permesso di fare passi da gigante; una volta le amputazioni erano molto frequenti, vorrei dire all’ordine del giorno. Oggi le lesioni sono rimaste tali come numero, ma l’entità e la gravità sono molto diminuite.
Oggi, è possibile riprendere l’uso di un arto a seguito di un’amputazione traumatica?
Quanto si possa riprendere la funzionalità di un dito o di una una mano dopo un’amputazione traumatica, dipende invece dal tipo di taglio: se siamo di fronte ad un taglio netto, causato mettiamo da un coltello abbiamo un’ampia possibilità di trovare tessuti non rovinati e quindi i margini di recupero sono più alti. Le cose si complicano quando il danno è stato provocato da uno schiacciamento o uno strappo. Va detto anche che il recupero di un dito è più facile del recupero di un polso e il recupero di un polso è più facile di quello del gomito.
Molto ha fatto la ricerca anche in fatto di artrosi. Oggi siamo in grado di fare interventi che portano a ottimi risultati, sia dal punto di vista funzionale che sul piano del dolore, perché una mano, oltre a non fare male, si deve muovere.
Quali sono stati altri passi avanti compiuti grazie alla ricerca?
Risultati straordinari si ottengono anche di fronte alla necessità di ricorrere a protesi per risolvere le patologie artrosiche: le tecniche chirurgiche sono molto migliorate grazie a macchinari dotati di microscopi molto potenti. Poi c’è la fase ricostruttiva, con la sostituzione dei tendini, che permette di avere una buona funzionalità, sia quando interveniamo sul gomito che sulle dita.
C’è un problema che, per fattori genetici, colpisce prevalentemente i maschi (7 per ogni donna): la patologia di Dupuytren, le dita che si piegano. Di solito le persone vengono colpite fra i 40 e i 60 anni ed è come se un cordone facesse retrarre il dito verso il palmo della mano, formando una corda fibrosa. Anche questa patologia oggi si può risolvere facilmente attraverso l’iniezione di collagenasi, una sostanza che causa la degenerazione della corda fibrosica, mentre negli stadi molto avanzati, in cui tutte le dita si piegano molto, è necessario ricorrere ad un intervento classico.
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