Da molti anni l’utilizzo di tecniche endoscopiche e laparoscopiche ha cambiato l’approccio chirurgico a numerose patologie, tra le quali le malattie della tiroide che richiedono l’asportazione totale o parziale della ghiandola. Riguardo la chirurgia mininvasiva della tiroide, abbiamo rivolto alcune domande al Dott. Inama Marco, Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Generale.
Dottore, cosa si intente con “chirurgia mininvasiva della tiroide”?
L’intervento chirurgico con approccio mininvasivo alla tiroide consente la rimozione di una parte della tiroide o di tutta la tiroide malata, attraverso una incisione molto piccola (1.5 cm) al collo o attraverso delle incisioni nascoste all’interno del labbro inferiore rimuovendo completamente la presenza alla vista di cicatrici chirurgiche. Nel primo caso parliamo di tiroidectomia mininvasiva videoassistita (MIVAT: minimally invasive video-assisted thyroidectomy) nel secondo caso mi riferisco alla più recente Tiroidectomia trans-orale (TOETVA, trans-oral endoscopic thyroidectomy vestibular approch).
In quali casi si esegue l’intervento chirurgico alla tiroide?
Solitamente la chirurgia mininvasiva alla tiroide necessita di una selezione attenta del paziente. La MIVAT è indicata qualora si sia in presenza di noduli solitari benigni o maligni di diametro massimo non superiore a 2.5 cm. Nel caso della tiroidectomia trans-orale invece il volume della tiroide asportabile è maggiore con noduli di diametro massimo fino a 3 cm. In questo secondo caso però è consigliabile non asportare noduli maligni.
Si tratta di una tecnica sicura?
Sì, entrambe le tecniche di cui parliamo sono sovrapponibili alla tecnica tradizionale in termini di sicurezza ed efficacia. Tali conclusioni si basano su rigorosi studi scientifici eseguiti a livello internazionale e pubblicati su importanti riviste scientifiche.
Quali sono i principali vantaggi di questa tecnica?
La chirurgia mininvasiva della tiroide in quanto mininvasiva è poco aggressiva traducendosi in minor dolore postoperatorio, una più rapida ripresa dall’intervento e una dimissione ospedaliera precoce. Sia la MIVAT che la TOETVA inoltre hanno la possibilità di utilizzare aspetti tecnologici come la visione mediante telecamera 4K o mediante la fluorescenza intrinseca dei tessuti indotta dalla stimolazione della luce LASER che garantiscono una migliore identificazione delle strutture anatomiche più importanti del collo (nervo ricorrente e ghiandole paratiroidi) riducendo i rischi postoperatori di alterazioni della voce o malfunzionamento, spesso temporaneo, delle ghiandole paratiroidi. Non in ultimo vanno ricordati i benefici estetici di tali tecniche che riducono (MIVAT) o eliminano (TOETVA) i “danni” estetici della cicatrice al collo.
L’intervento può provocare particolari effetti indesiderati?
Gli interventi di chirurgia mininvasiva della tiroide non hanno particolari effetti indesiderati, il dolore postoperatorio viene risolto con una semplice Tachipirina nella maggior parte dei casi e i pazienti necessitando di 1 sola notte di degenza in ospedale. Va inoltre ricordato che nei primi mesi dopo l’intervento il paziente avrà bisogno di alcune visite di controllo endocrinologiche per il controllo della terapia ormonale sostitutiva.