In Italia circa il 40% delle donne e il 25% degli uomini soffre insufficienza venosa cronica degli arti inferiori. Ne parliamo oggi con il Dott. Segalla Arrigo, Medico Chirurgo Specialista in Chirurgia Vascolare – Chirurgo Vascolare.

Dottore, cosa sono le vene varicose e le teleangiectasie?

Per vene varicose (o varici) si intendono delle tortuosità, delle dilatazioni evidenti sul decorso delle principali vene superficiali della gamba. La perdita di funzionalità delle valvole presenti all’interno dei condotti venosi associata ad alterazioni della parete delle vene comporta la comparsa di vene varicose. Le Teleangiectasie invece, sono le antiestetiche trame di capillari che spesso compaiono sulle gambe delle persone che soffrono di insufficienza venosa.

Quali sono i principali sintomi?

I principali sintomi sono:

  • sensazione di pesantezza delle gambe
  • crampi notturni
  • formicolio agli arti inferiori
  • bruciore agli arti inferiori
  • gonfiore agli arti inferiori

I disturbi si avvertono maggiormente in estate quando le vene si dilatano ulteriormente a causa delle alte temperature esterne. Di conseguenza le gambe si appesantiscono, le caviglie si gonfiano e le varici diventano più evidenti.
Se le varici non vengono trattate, possono comparire macchie brune, eczemi, ipodermiti, tromboflebiti, ulcerazioni e sanguinamenti.

Quali sono le possibili cause di insufficienza venosa agli arti inferiori?

Non vi è un fattore causale diretto evidente che spieghi l’eziologia della patologia varicosa. Vi possono però esserci delle ipotesi patogenetiche rappresentate dall’incontinenza ostiale valvolare o delle valvole iliaco-femorali e dalla debolezza generale delle pareti venose. Vi sono poi dei fattori favorenti come ad esempio la familiarità, le abitudini di vita, l’attività lavorativa svolta, l’appartenenza al sesso femminile, la gravidanza, l’uso di farmaci estro-progestinici ed infine il fumo.

Come si esegue la diagnosi?

Al paziente con sospetta insufficienza venosa cronica agli arti inferiori è consigliato effettuare sempre una visita specialistica con il chirurgo vascolare, che nella stessa seduta procederà ad effettuare un Eco-color-doppler venoso. Questa metodica diagnostica è molto importante per ottenere un quadro obiettivo e inequivocabile delle caratteristiche funzionali delle vene. Permette inoltre di verificare che il circolo venoso profondo non presenti occlusioni.

Come si può intervenire?

Ad oggi sono disponibili diverse tipologie di trattamento. In primis il trattamento medico, che consiste nell’uso di calze a compressione graduata e di bendaggi elastici che aiutano a compensare parzialmente l’insufficienza venosa e di farmaci che migliorano il tono venoso migliorando i sintomi e rallentando la progressione della malattia. Sia le calze elastiche sia i farmaci sono poi utili per migliorare i risultati dei trattamenti effettuati.

Al giorno d’oggi il trattamento consiste prevalentemente in tecniche ambulatoriali: in primis le tecniche endovascolari come la radiofrequenza, o la scleromousse. Gli interventi chirurgici di safenectomia vanno infatti riservati ai pochi casi in cui non sia possibile utilizzare le prime tecniche. Sarà comunque compito dello specialista dopo aver effettuato la visita e l’ecocolordoppler indicare il trattamento migliore per ciascun paziente, spiegandone tecnica, rischi e benefici.