La nostra raccomandazione: esame clinico strumentale delle mammelle (visita senologica, mammografia, ecografia) ogni anno a partire da 40 anni. 

Il tumore della mammella è il tumore più frequente della donna (29% di tutti tumori della donna).
Il rischio di ammalarsi di tumore aumenta con l’età ed è del 2,3% fino a 49 anni (1 donna su 43) del 3,4% tra 50 e 69 anni e del 4,5% tra 70 e 84 anni.
La diagnosi tempestiva e le innovazioni terapeutiche permettono oggi una sopravvivenza molto alta, superiore all’85% a 5 anni dalla diagnosi. Ha quindi un senso lo sforzo per la diagnosi precoce, per poter trattare con successo il tumore.

Si può prevenire il tumore alla  mammella?

Alcuni fattori di rischio, come la famigliarità, non possono essere modificati ma alcuni cambiamenti nello stile di vita si sono dimostrati efficaci a ridurre il rischio di tumore anche nelle donne considerate ad alto rischio. Limitare l’uso di alcol, non fumare, controllare il peso corporeo, fare attività fisica, allattare, limitare la dose e la durata dell’ormonoterapia in menopausa, sembrano ridurre il rischio di tumore (Mayo Clinic, National Cancer Institute).

Su che cosa si basa la diagnosi di tumore?

Mammografia, ecografia e visita senologica, integrati quando necessario da agobiopsia e risonanza magnetica.  Si è dimostrato che la mammografia annuale nelle donne fra 40 e 69 anni ha portato alla riduzione della mortalità e che continuarla oltre i 70 anni nelle donne in buona salute è efficace (American CancerSociety).

Quando iniziare i controlli?

Raccomandiamo di eseguire mammografia, ecografia e visita senologica (esame clinico-strumentale delle mammelle) a partire da 40 anni, con periodicità annuale.

Perché eseguire l’esame clinico-strumentale?

La visita eseguita dal medico radiologo esperto in Senologia consente di valutare i fattori di rischio e di rilevare alterazioni che potrebbero essere la spia di un tumore (ad esempio secrezioni patologiche), la mammografia consente di rilevare la maggior parte delle lesioni sospette e l’ecografia eseguita nella stessa sessione permette di chiarire il significato delle alterazioni eventualmente osservate alla mammografia e di riconoscere tumori non visibili alla mammografia.

Fino a quando continuare i controlli?

Oltre i 70 anni il rischio di tumore purtroppo non si abbassa: suggeriamo di continuare i controlli finché una donna sta bene.

Perché eseguire la Tomosintesi (Mammografia 3D) della mammella?

E’ preferibile come esame diagnostico perché si è dimostrata superiore alla normale mammografia nel riconoscere i tumori, rilevando lesioni fino al 27% in più.

In che cosa la Tomosintesi è diversa dalla Mammografia?

Immaginate la foto di mezza anguria e quella di tante fette sottili: se c’è una parte alterata, nelle fette sottili si vede subito. Con la Tomosintesi otteniamo tante “fette” (sezioni) sottili della mammella che ci facilitano il riconoscimento di eventuali alterazioni. Ovviamente ci vuole un po’ più tempo per esaminarle. L’acquisizione delle immagini avviene invece in maniera simile alla mammografia, ma con il movimento del tubo radiogeno; nulla cambia per la paziente.