Recenti dati confermano un grandissimo interesse per questo screening da parte di Ginecologici e Centri Medici nel mondo: un fenomeno fortemente positivo che coinvolge anche l’Italia, dove la richiesta di Panorama Test è in costante aumento. Uno dei fattori che ha determinato il successo di Panorama Test è sicuramente la metodica utilizzata per l’analisi, una caratteristica che lo contraddistingue rispetto a tutti gli altri screening su DNA fetale. Scopriamo assieme di cosa si tratta.
Cos’è il Panorama Test?
Panorama è un test che la donna in gravidanza può effettuare già dalla 9° settimana di gestazione; tale test, che prevede un semplice prelievo del sangue materno, è uno screening prenatale che non risulta essere invasivo né per la mamma né per il feto in quanto non prevede il ricorso alle classiche tecniche invasive.
A cosa serve il Panorama Test?
Solamente questo test permette di differenziare DNA materno e DNA fetale e ad oggi risulta essere il test più accurato e precoce effettuabile su DNA; è inoltre personalizzato, in quanto il calcolo del rischio è effettuato tramite un algoritmo bioinformatico, denominato NATUS, molto accurato che integra differenti parametri per dare un risultato il più preciso possibile.
Il Test Panorama risulta essere il test con le migliori sensibilità e specificità nel rilevamento delle malattie che possono essere associate a alterazioni cromosomiche; per la trisomia 21, trisomia 13 e triploidia l’attendibilità supera il 99%, con una incidenza di falsi positivi inferiore allo 0,1 %.Questo test permette di valutare il rischio delle più comuni anomalie legate ai cromosomi fetali 21 (Sindrome di Down), 18, 13, X e Y, nonché le triploidie ed eventualmente anche le microdelezioni (queste ultime nella versione PLUS del test).
Quando è indicato effettuare il test?
Panorama può essere effettuato sia su gravidanze singole che su gravidanze autologhe, mentre non può essere eseguito su gravidanze gemellari o derivanti da ovodonazione.
Il test è indicato in pazienti con età materna avanzata, nello screening combinato di primo trimestre a rischio, quando dagli esiti delle ecografie di routine risultano anomalie, nel caso in cui ci sia una storia familiare di anomalia cromosomica che coinvolge 21, 18, 13, X e Y o nel caso in cui ci siano state precedenti gravidanze con le sopracitate anomalie cromosomiche.