L’argomento “intimo”, i retaggi del passato hanno influenzato negativamente il comportamento comune maschile per molti anni, andare da un andrologo per una semplice visita di controllo era fuori discussione. Eppure la figura dell’andrologo è paragonabile al ginecologo per una donna, ma mentre quest’ultima si affida ad un professionista di routine, per l’uomo è diverso. È fondamentale ricordare che diversi problemi dipendono da comportamenti acquisiti in giovane età, per questo la prevenzione e una visita rappresentano uno strumento fondamentale per scoprire in tempo malattie. Per fortuna oggi una diffusa campagna preventiva spinge l’uomo a farsi più domande e a cercare, in questo specialista, risposte e consigli. Dell’argomento ne parla il dottor Nicola Caretta, Dirigente Medico di I livello in Endocrinologia presso il Centro di Fisiopatologia della Riproduzione Umana dell’Azienda Ospedaliera-Università di Padova e medico al Poliambulatorio San Gaetano di Thiene.
Perché è importante una visita di controllo preventiva?
La prevenzione mira a fornire ai ragazzi e agli uomini la possibilità di tutelare la propria salute riproduttiva e sessuale. Le visite di screening permettono di fare emergere quelle patologie subcliniche e asintomatiche che, se trattate tempestivamente, sono passibili di completa risoluzione.
La fertilità quanto può dipendere dal profilo psicologico del paziente?
L’infertilità maschile è principalmente dovuta a problemi ormonali, biologici, genetici e anatomici. Tuttavia lo stress e problemi psicologici del paziente possono influenzare la fertilità maschile determinando problemi sessuali quali disfunzione erettile o alterazioni eiaculatorie (Eiaculazione Precoce, aneiaculazione).
Si sente parlare sempre più spesso di problemi di erezione, è una patologia legata alla frenesia dei nostri tempi oppure prima si taceva?
Sicuramente lo stress legato alla frenesia dei nostri tempi può aver influenzato negativamente la funzionalità sessuale maschile tuttavia i problemi di erezione sono sempre esistiti, ma sottovalutati per la riluttanza dei pazienti a confidare al proprio medico questo tipo di problemi e la scarsa considerazione che ne veniva data dagli stessi medici. I dati epidemiologici accumulatisi in questi ultimi anni hanno evidenziato chiaramente come la disfunzione erettile si associ frequentemente a vari fattori di rischio e comorbidità come l’età, laSindrome Metabolica, ilDiabete Mellito e altre endocrinopatie come l’ipogonadismo el’iperprolattinemia, ilfumo di sigaretta,patologie cardiovascolari,neuropatie centrali (Es. Parkinson, esiti di ictus ischemici o emorragici) e patologie prostatiche.
Per queste ragioni la disfunzione erettile in soggetti altrimenti asintomatici deve essere considerata sintomo sentinella per la presenza di vari fattori di rischio cardiovascolari, di un’alterata funzionalità endoteliale, di alterazioni endocrinologi-che e della presenza di concomitanti patologie cardiovascolari.
Il medico quindi sta imparando ad identificare i soggetti affetti da disfunzione erettile e di programmare loro uno specifico iter diagnostico allo scopo di prevenire l’evoluzione di eventuali patologie concomitanti e di migliorarne la qualità di vita. Per questo motivo si parla sempre più spesso e se ne parlerà sempre più apertamente di problemi dell’erezione.