La menopausa non è una malattia, ma un momento fisiologico della vita della donna, che coincide con il termine della sua fertilità. Tuttavia in questo periodo della vita alcune donne accusano dei disturbi per i quali esistono cure e rimedi utili a garantire loro comunque una buona qualità di vita. Abbiamo rivolto alcune domande alla Dott.ssa De Toni Anna, Medico Chirurgo Specialista in Ginecologia e Ostetricia.
Dottoressa, a che età si verifica solitamente la menopausa e cosa comporta?
In genere, la menopausa si verifica tra i 45 ed 55 anni di età, ma non sono rare menopause precoci e tardive.
Quando le ovaie cessano la loro attività diminuisce nel sangue la quantità degli estrogeni. La diminuzione degli estrogeni può provocare alcuni disturbi e sintomi, sia di natura neurovegetativa (vampate di calore, sudorazioni profuse, palpitazioni e tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa, disturbi del sonno, vertigini, secchezza vaginale e prurito genitale), sia di natura psicoaffettiva (irritabilità, umore instabile, affaticamento, ansia, demotivazione, disturbi della concentrazione e della memoria, diminuzione del desiderio sessuale)
I sintomi e i disturbi perdurano per tutta la menopausa o possono passare col tempo?
Alcuni sintomi iniziali, molto fastidiosi, come le vampate di calore o l’irritabilità e gli sbalzi d’umore, legati soprattutto a un disordine ormonale iniziale, sono destinati a risolversi col passare del tempo.
Altri disturbi che insorgono in menopausa durano, invece, per tutto il tempo dell’età non fertile, causando spesso disagi e problemi nelle donne. Tra questi rientrano i problemi legati alla sfera sessuale, che nella donna instaurano un naturale calo del desiderio, in grado di compromettere la vita di coppia.
Qual è il sintomo più frequente in menopausa?
La secchezza vaginale è un sintomo molto frequente: dopo tre anni dall’ultimo ciclo ne soffre dal 40% al 54% delle donne, lo lamentano quasi tutte a 10 anni dalla menopausa; è causato dalla riduzione degli estrogeni circolanti. La loro mancanza ha conseguenze sui genitali sia di tipo anatomico che funzionale: si riduce lo spessore dei tessuti di rivestimento della vagina e ciò diminuisce l’elasticità e l’idratazione, provocando la secchezza. Oggi sappiamo che questa involuzione dei tessuti coinvolge anche la vescica e l’uretra ed è per questo motivo che i sintomi sono molti e diversi.
La secchezza vaginale, infatti, raramente è un sintomo isolato, fa parte di un complesso di disturbi cronici, genito-urinari, che tendono a peggiorare nel tempo. I sintomi sono molto fastidiosi e vari come bruciore, irritazione perdite biancastre e a volta maleodoranti; urgenza minzionale (il bisogno di andare immediatamente a fare pipì), bruciore minzionale e cistiti ricorrenti; mancanza di lubrificazione, dolore ai rapporti (dispareunia) e conseguente calo del desiderio.
Quali sono le conseguenze sull’intimità di coppia?
Gli organi genitali sono meno sensibili alla stimolazione sessuale e può mancare la lubrificazione: in questi casi il rapporto sessuale è doloroso (dispareunia) e l’orgasmo difficoltoso, con conseguente frustrazione. L’intimità di coppia può risentirne, con un progressivo, ulteriore calo del desiderio e della complicità.
Esistono delle terapie per i disturbi legati alla menopausa?
Per i disturbi legati alla menopausa esistono varie tipologie di terapia; le terapie maggiormente efficaci sono quelle ormonali, soprattutto se iniziate precocemente, che possono essere sistemiche, ma anche locali, e che sono soggette alla prescrizione del medico. Sopratutto per i sintomi vaginali si può usare una terapia estrogenica locale, il cui effetto è soltanto vaginale, senza conseguenze per gli altri organi, dal momento che la quota in circolo di ormoni assorbita dalla vagina è irrilevante. La prima scelta è l’estriolo che può essere usato per anni.
In alternativa per tutte le donne che non vogliono ormoni, nemmeno vaginali e per le donne che non li possono usare, come le donne che hanno avuto un tumore al seno, per esempio, si possono usare sostanze idratanti ed elasticizzanti che possono essere d’aiuto, come l’acido jaluronico, gel a base di colostro e il laser vaginale.
E per coloro che non vogliono ormoni e nemmeno terapie locali?
Per le donne che non vogliono ormoni e non vogliono terapie locali esiste anche un farmaco utilizzabile per bocca: l’ospemifene. Non è un ormone ma un modulatore selettivo dei recettori estrogeni, ovvero agisce come un estrogeno su alcuni tessuti , per esempio quelli vaginali, e blocca l’azione degli estrogeni su altri tessuti, come ad esempio la mammella. Infine anche l’uso di lubrificanti vaginali prima dei rapporti può essere di aiuto.
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