La Dermatite Atopica (DA) è una malattia infiammatoria cronica della cute , caratterizzata da lesioni essudative intensamente pruriginose , con una particolare secchezza della pelle. Inizia già dai primi mesi di vita con lesioni che interessano varie parti del corpo in particolare le flessure degli arti, le pieghe retroauricolari e il viso.
E’ una malattia complessa, multifattoriale, che risulta dall’interazione tra fattori genetici, immunologici, ambientali, infettivi che si traducono in una condizione di iperreattività cutanea.
Questa estrema facilità all’irritazione cutanea a seguito di numerosi stimoli è attribuita all’alterazione delle funzioni di barriera della pelle, comprovata da un aumento della perdita di acqua trans dermica e diminuzione di ceramidi epidermici (grassi cutanei). Il danno di barriera facilita l’azione e la penetrazione di stimoli fisici e/o chimici irritanti e/o sensibilizzanti (allergeni) e la colonizzazione da parte di batteri (Staphilococcus aureus ) o funghi (Pityrosporum ovale,Trocophytonrubrum).
La DA ha mostrato, negli ultimi anni, un sensibile aumento di frequenza sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. In Europa e USA la prevalenza è aumentata passando da 1-3% al 10-20% dagli anni 50 ad oggi. Inoltre nei paesi occidentali, la DA è la più frequente malattia cutanea dell’infanzia dal momento che costituisce dal 10% al 20% di tutta la patologia dermatologica osservabile in questa fascia di età. Il 60% dei pazienti sviluppa la DA nel primo anno di vita e un altro 30% prima dei cinque anni di età.
La DA rappresenta la prima manifestazione allergica nella “marcia atopica” ovvero l’evoluzione dei sintomi allergici dalle prime età della vita, caratterizzate da possibile sensibilizzazione ad alimenti, alle fasi successive caratterizzate dalla prevalenza di sintomi respiratori con sensibilizzazione ad inalanti.

La terapia della dermatite atopica.

Di fronte a un bambino con DA va sempre considerato in prima battuta il “ corretto” trattamento topico. La strategia terapeutica mira a ridurre il prurito e l’infiammazione, limitare le infezioni cutanee, diminuire l’impiego del cortisone, prevenire l’aggravamento dell’allergia.

I cardini della terapia topica della DA comprendono:

  • Trattamento di creme emollienti / idratanti da applicare più volte al dì, regolarmente.
  • Utilizzo dei sostituti dei saponi, evitando in particolare l’uso di bagnoschiuma e shampoo. Infatti , sulla pelle il sapone rimuove la barriera lipidica di protezione, aumenta la secchezza e con questo il prurito e la permeabilità agli irritanti ambientali.
  • Uso tempestivo ( al primo apparire delle lesioni) di steroide topico. La maniera più efficace di risparmiare steroidi e di evitare gli effetti collaterali ad essi correlati non è quella di evitarli durante le esacerbazioni, ma quella di aggiungere un loro uso precoce a una applicazione continua di emollienti.

La pelle ricostruita, con il recupero della funzione di barriera è la prima cura di se stessa. Una buona terapia dermatologica evita di dover ricorrere a inutili e difficili tentativi dietetici e migliora consistentemente la qualità di vita di bambini e genitori.

La dieta di esclusione va considerata solo nei casi , rari, che non rispondono adeguatamente al solo trattamento dermatologico. Questa pesante opzione terapeutica non va pertanto considerata come riflesso condizionato a ogni prick positività verso trofoallergeni . La decisione di togliere un alimento va attentamente ponderata considerando anche il possibile pericolo che l’esclusione totale dell’alimento possa indurre una perdita di tolleranza e il viraggio verso un alto rischio di reazioni anafilattiche per incontri occasionali con l’allergene.

Il Prick test e il dosaggio delle IgE sono gli unici test riconosciuti a tutt’oggi. Il valore predittivo positivo dei prick test per alimenti è basso (<50%).Un Prick test positivo di per sé non può essere considerato prova di allergia clinicamente rilevante.