I nei sono delle macchie scure che nascono sulla pelle quando particolari cellule epiteliali si accumulano, formando una piccola massa insieme al tessuto circostante. Quando l’aspetto di questi nevi sono atipici è il caso di farli controllare. Approfondiamo l’argomento sui nei sospetti con la dottoressa Anna Voltan, medico chirurgo specializzato in chirurgia Plastica e Ricostruttiva presso il centro Medico San Gaetano di Thiene (Vicenza).
Dottoressa Voltan, come facciamo a riconoscere i nei sospetti?
Ci sono alcune caratteristiche di “atipia” che possono indicare che il neo potrebbe essere sospetto. Ad esempio, l’asimmetria nella forma, la presenza di bordi irregolari e sfumati e di una colorazione non uniforme possono rappresentare un primo campanello di allarme. Inoltre, bisogna sempre tenere in considerazione le dimensioni del neo e la sua evoluzione. Un neo di dimensioni superiori a 6 mm o che abbia subito un rapido aumento del suo diametro dovrebbe sempre essere controllato da uno specialista.
Le modificazioni dei nei possono essere causate da fattori esogeni come l’esposizione eccessiva al sole (raggi UV), i traumi o le ustioni. Vi sono però anche cause endogene da non sottovalutare come, ad esempio, i cambiamenti ormonali che sono tipici di pubertà, gravidanza, menopausa e andropausa.
Il melanoma può partire dalla non curanza di alcuni nei preesistenti?
Sì, il melanoma può originare anche da nevi preesistenti che possono essere congeniti (cioè già presenti alla nascita) o acquisiti (ovvero comparsi nel corso della vita). È possibile, quindi, che un neo, sotto l’effetto di diversi fattori, possa evolvere dapprima in neo displastico (cioè “anomalo”) e successivamente in melanoma, se non viene asportato in tempo.
Quando è necessario intervenire chirurgicamente per asportare i nei?
Se si tratta di un nevo displastico, la semplice asportazione con margini adeguati è sufficiente. Se si tratta di un melanoma, l’asportazione chirurgica con margini adeguati è necessaria ma potrebbe non essere sufficiente. Infatti, a seconda dello stadio di malattia, potrebbe essere necessario eseguire anche l’asportazione del cosiddetto linfonodo “sentinella” (che è il primo linfonodo che drena dalla sede del melanoma) o addirittura di tutti i linfonodi loco-regionali.
Ci sono poi metodiche diverse che possono essere utilizzate per la rimozione dei nevi. Tali metodiche possono essere il laser, la crioterapia o lo shaving con diatermocoagulatore.