L’acne è un problema di carattere estetico che è destinato ad avere ripercussioni di carattere psicologico molto pesanti, tra gli adolescenti ma non solo. Le relazioni sociali rischiano di essere compromesse, e anche situazioni in apparenza normali come farsi ritrarre in foto o rimanere con gli amici in gruppo rischiano di diventare impossibili da tollerare.
Se è vero che i più giovani assegnano a ogni minimo difetto fisico un valore eccessivo, è facile intuire per quale motivo l’acne si possa tramutare in un fattore di disagio sociale.
Le conseguenze
Chi ha problemi di acne può andare incontro a disturbi psicologici più o meno gravi: tipici sono, per esempio, gli sbalzi di umore che comportano l’alternarsi di stati di irascibilità, di euforia e di tristezza. In alcune circostanze i soggetti colpiti tendono a trascurare il proprio aspetto, non curando il proprio fisico e neppure l’abbigliamento.
Tanto nello studio quanto nel lavoro, poi, si possono presentare mancanza di motivazione e svogliatezza. Purtroppo i familiari e gli amici dei pazienti tendono a sottovalutare i risvolti psicologici dell’acne, e non di rado ciò avviene perfino tra i medici. Proprio per questo è importante intervenire con trattamenti ad hoc.
Gli effetti sociali
Non è detto che l’entità delle conseguenze sociali innescate dall’acne sia sempre proporzionata alla gravità del quadro clinico: questo vuol dire che anche le persone che sono interessate da una forma mite di acne giovanile possono sperimentare una situazione di grave imbarazzo.
Poiché è durante il periodo dell’adolescenza che un soggetto elabora e sviluppa la propria personalità, per un ragazzo o una ragazza vedersi con l’acne vuol dire non sentirsi accettato dai propri pari. Ne discende una tendenza all’isolamento che può sfociare in problemi anche nei rapporti con l’altro sesso (o con il proprio, a seconda dell’orientamento sessuale del soggetto).
L’acne tra le persone adulte
Anche tra gli adulti, in ogni caso, l’acne può essere fonte di imbarazzi. E ciò è vero a maggior ragione in situazioni particolari, come per esempio l’ingresso in un nuovo contesto di lavoro (con la paura di essere giudicati dai nuovi colleghi) o lo svolgere una professione che comporta un contatto diretto con il pubblico.
Così, non è da escludere che si verifichi un calo del rendimento a livello lavorativo, che può favorire una riduzione dell’autostima. Questo a sua volta finisce per incidere sulla produttività professionale: insomma, si innesca un circolo senza fine.
I sintomi tipici
L’anoressia e la bulimia possono essere annoverati tra i sintomi più frequenti, ma nei casi più gravi possono essere riscontrati disordini ancora peggiori, per esempio sotto forma di atteggiamenti bipolari o di stati depressivi. Il complesso di colpa è un altro fattore tipico, con il paziente che ha la tendenza a schiacciarsi i brufoli per punirsi.