Si sente spesso parlare di Sensibilità al Glutine, una sindrome caratterizzata dai sintomi intestinali e gastrointestinali tipici della Sindrome dell’Intestino Irritabile, che presentano un rapido miglioramento con l’eliminazione del glutine dalla dieta. Nel nostro paese tuttavia una dieta priva di glutine si scontra con una cultura alimentare e con abitudini sociali di milioni di persone. Abbiamo chiesto alcuni chiarimenti in merito al Dott. Parisotto Alberto, Medico Nutrizionista presso Cliniche La Grazia di Bassano del Grappa.

Dottore, cosa si intende di preciso quando si parla di Sensibilità al Glutine?

Quando ci riferiamo alla Sensibilità al Glutine, non parliamo di Celiachia, o di Allergia al Frumento (patologie rispettivamente su base autoimmune o allergica). La Sensibilità al Glutine è dovuta a meccanismi immunologici differenti, con un quadro persistente di infiammazione intestinale e sintomi a volte sfumati, ma condizionanti pesantemente la vita sociale e l’attività quotidiana del paziente.

Quali sono i principali sintomi da Sensibilità al Glutine?

I principali sintomi sono:

  • dolore addominale
  • gonfiore
  • flatulenza
  • alterazioni dell’alvo (diarrea o stipsi)
  • cefalea
  • debolezza
  • facile affaticamento
  • aumento di peso

Come si giunge ad una corretta diagnosi?

Per quanto riguarda la Sensibilità al Glutine ad oggi non esiste alcun test diagnostico validato, e la diagnosi risulta essere esclusivamente basata su una dieta di eliminazione: i pazienti intolleranti al glutine presentano una importante riduzione (fino alla scomparsa) dei sintomi dopo alcune settimane di dieta aglutinata.

Quali cibi vanno eliminati in una dieta senza glutine?

Una dieta senza glutine prevede l’eliminazione di tutti i cibi contenenti frumento, orzo, segale, avena farro, kamut e dei loro derivati. Andranno quindi eliminati per alcune settimane pane, pasta, pizza, cereali, prodotti da forno e snack. Il ricorso a prodotti pronti “senza glutine” (pane, pasta, pizza, dolci senza glutine) non è sempre la scelta migliore: recenti studi hanno dimostrato come questi prodotti sia no molto spesso poveri di fibre, vitamine e minerali, e maggiormente ricchi di grassi saturi rispetto ad altre alternative.

Una dieta senza glutine può essere utile anche in programmi di dimagrimento?

L’alterazione della funzione intestinale è spesso associata ad aumento di peso, e a difficoltà nel dimagrimento. Una dieta aglutinata trova quindi indicazione anche nel periodo iniziale di un programma di dimagrimento: la scomparsa dello stato infiammatorio intestinale porta ad una regolarizzazione della sua funzione, con un miglior assorbimento di vitamine e minerali, mentre la normalizzazione della flora batterica permette un miglior utilizzo dei nutrienti, con una miglior risposta ormonale e metabolica globale.

Cosa consiglia quindi ai pazienti con potenziale Sensibilità al Glutine?

Innanzitutto, se sono presenti sintomi quali gonfiore, dolore addominale, flatulenza, aumento di peso, debolezza ecc., consiglio di effettuare una visita specialistica con un medico nutrizionista. L’anamnesi del paziente, un’attenta analisi dei sintomi ed una completa visita nutrizionale potranno quindi indirizzare il medico verso il sospetto di Sensibilità al Glutine: una dieta aglutinata di alcune settimane porterà il paziente intollerante ad eliminare dolore addominale, gonfiore, alterazioni dell’alvo e spossatezza, sintomi tipici di questo disturbo. Compito del medico nutrizionista sarà inoltre quello di guidare il paziente verso un’alimentazione consapevole, gustosa e varia (meno cibi preparati e più nutrienti freschi) e di monitorare i progressi legati alla dieta.