Il tema della devianza minorile e, in particolar modo, quella adolescenziale negli ultimi anni si è imposto nei fatti di cronaca; adolescenti che seviziano e picchiano i coetanei ritenuti più deboli o anche gli stessi professori, baby-gang che mettono in scena vere e proprie guerre, abusi sessuali di gruppo, uso e abuso di sostanze stupefacenti sono solo alcuni degli argomenti che ormai popolano i tg e i palinsesti televisivi. Gli adolescenti devianti e/o la paura che lo possano diventare occupa la mente dei genitori e degli addetti ai lavori che per mandato sociale sono chiamati ad occuparsi di loro.
Per molto tempo si è spiegata la devianza ricorrendo a teorie di tipo causalistico o personologico che avevano come obiettivo la ricerca “delle cause della devianza”: fattori individuali, psicopatologie dei soggetti, carenze di tipo emotivo-affettivo nel rapporto con i genitori, con il contesto familiare ecc.
Nel tentativo di avvicinarsi a comprendere, piuttosto che spiegare, la devianza non è sufficiente arrendersi alla spiegazione o alle definizioni che attribuiscono un significato oggettivo al comportamento deviante.. per abbracciare la proposta del più grande studioso della devianza in Italia, Gaetano de Leo, il quale aveva teorizzato la devianza come azione comunicativa. Azione comunicativa che l’essere umano, adulto o giovane che sia, compie per esprimere ed affermare il proprio io. Ciò che conta è comprendere il senso che ogni ragazzo attribuisce al proprio comportamento deviante; il senso soggettivo di tali azioni deve essere il punto di partenza. È necessario riflettere su quali ragioni abbiano spinto quel ragazzo a entrare in quel gruppo, quali significati attribuisca a quei modelli di comportamento, alla messa in atto di condotte rischiose per la propria e altrui salute.
Condotte che si declinano in diverse forme (uso di sostanze psicoattive, aggressioni, furti e atti vandalici, ecc…) ma che, al di la delle forma con cui si esprimono tali azioni, si configurano come azioni dotate di senso e significato in uno specifico momento, come quello dell’adolescenza, e in un determinato contesto per raggiungere scopi personali e sociali significativi per quel ragazzo.
Le condizioni di disagio
La condizione di ”disagio”, che si presenta soprattutto durante l’adolescenza, può consistere nella difficoltà di affrontare specifici compiti evolutivi o nella esposizione a messaggi contradditori provenienti da differenti contesti come la scuola, la famiglia, i media, il gruppo dei pari nonché nel disorientamento causato dall’assenza di stabilità o incoerenza di modelli di riferimento.
Dunque l’adolescenza rappresenta un momento potenzialmente critico per l’individuo: la grande emancipazione dai genitori e la ricerca di nuovi modelli è un processo che genera facilmente inquietudine emotiva e disorientamento perché determina la perdita di quei riferimenti stabili su cui il soggetto si è sostenuto durante tutta la sua infanzia e la necessità di impegnarsi a costruire un personale progetto di vita.
Una modalità attraverso cui il giovane può esprimere il suo disagio è proprio lo sviluppo di un comportamento deviante o sintomatico che assume la funzione di comunicare la sofferenza, il senso di disorientamento o il bisogno di modificare una situazione interiore.
La trasgressività
In questo quadro la trasgressività è una caratteristica universale dell’adolescenza, età in cui il rapporto con le regole educative e sociali viene rivisto e di norma messo in discussione; rimane difficile capire fino a che punto può essere considerata espressione di un desiderio di crescita e di maggiore autonomia e quando, invece, è segnale di un disagio individuale, familiare o sociale.
Il comportamento antisociale costituisce in genere un episodio transitorio ma in alcuni casi può rappresentare la prima fase di quella che poi diverrà una carriera deviante.
Occorre offrire supporto agli adolescenti, cercando di dialogare senza giudizi o pre-giudizi, è un ‘età critica e in quanto tale merita rispetto ed ascolto.
Presso il nostro centro si occupa di devianza minorile il Dott. Trevisan Matteo.