Disturbi del comportamento alimentare: cosa sono e come approcciarli
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) in Italia colpiscono circa tre milioni di persone, soprattutto gli adolescenti e i più conosciuti sono anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata. In Italia recenti studi indicano un’incidenza nella popolazione tra lo 0,2 e lo 0,8 per cento di soggetti affetti da anoressia nervosa e dell’1-5% di casi di bulimia. (fonte ISS)
Le stime ufficiali, il 95,9% delle persone colpite dai disturbi alimentari sono donne.
Per l’adolescente, nel passaggio tra l’infanzia e l’età adulta, un problema di salute è spesso complesso e sfaccettato. In questa età, compresa tra i 13 e i 18 anni, i disturbi alimentari, in particolare anoressia e bulimia nervosa, rappresentano oggi una dilagante e tragica evidenza a cui non è facile dare le giuste risposte. La gravità dei disturbi dell’Alimentazione è testimoniata dall’incidenza (il 10% delle ragazze ha un problema più o meno importante collegato al comportamento alimentare) , dalla coesistenza di aspetti somatici e psicologici-psichiatrici, dalla frequente compromissione del funzionamento sociale, dalla elevata cronicizzazione (circa il 30%), dal rischio di mortalità che è 12 volte più elevato rispetto alle ragazze sane.
Nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare Poliambulatorio San Gaetano si avvale di un approccio multidisciplinare che vede la collaborazione integrata di psicologa e dietista con l’obiettivo di offrire un programma personalizzato adatto alle specifiche esigenze del paziente. Abbiamo rivolto alcune domande alla Dott.ssa Contro Rossella, Psicologa clinica e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale, e alla Dott.ssa Maccà Silvia, Dietista.
Cosa sono i disturbi del comportamento alimentare?
I DCA (disturbi del comportamento alimentare) sono patologie in cui è presente un’alterazione delle abitudini alimentari nella persona con correlata preoccupazione per il peso e per le forme del corpo (immagine corporea). I DCA rispecchiano situazioni di disagio che si esprimono attraverso la manipolazione del cibo nel tentativo di modificare il proprio corpo, essi indicano una sofferenza profonda della persona riguardante soprattutto l’autostima e il valore personale. Il nucleo centrale del disagio nasce dall’insoddisfazione per il proprio corpo, in particolare molte volte queste persone vivono un forte senso di inadeguatezza, tendono ad essere ipercritiche verso se stesse, hanno bisogno di tenere tutto sotto controllo ed esercitano un elevato perfezionismo (molte ragazze risultano essere “bravissime e perfette” nell’ambito scolastico). Queste patologie insorgono principalmente in età adolescenziale e i tentativi di soluzione sono:
- Diete
- Digiuni
- Inserimento di una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo (crisi bulimiche, abbuffate) ha senso aggiungere abbuffate?
- Vomito indotto per controllare il peso
- Uso di lassativi o diuretici per controllare il peso
- Iperattività (intensa attività fisica)
Chi soffre di un disturbo alimentare modifica l’atteggiamento e comportamento verso il cibo:
- Aumentata preoccupazione verso il cibo
- Presenza di rituali ai pasti ( tagliare, scartare, mischiare o separare i cibi)
- Modificazioni emotive e sociali:
- in particolare aspetti depressivi, ansia, irritabilità e rabbia
- Modificazioni cognitive:
- Diminuita capacità di concentrazione
Alcune persone possono attuare uno o più di questi comportamenti, ma ciò non vuol dire necessariamente che esse soffrano di un disturbo alimentare. Ci sono infatti dei criteri diagnostici ben precisi che chiariscono cosa debba intendersi come patologico e cosa invece non lo è.Un aspetto peculiare che caratterizza l’anoressia e la bulimia è la mancanza di motivazione alla cura. Spesso le ragazze negano il problema, minimizzano e non accettano l’aiuto proposto.
Le famiglie non capiscono, non sanno spesso come aiutare la figlia malata che però rifiuta il loro aiuto, e così la confusione da entrambe le parti aumenta.
Quali sono i principali disturbi dell’alimentazione?
Il Manuale diagnostico DSM-5 fornisce i seguenti criteri diagnostici per i disturbi del comportamento alimentare:
- Anoressia nervosa
- Bulimia nervosa
- BED (binge eating disorder), ovvero il disturbo da alimentazione incontrollata
- Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione da cibo
- Disturbo da ruminazione
- Pica
- Disturbi alimentari sottosoglia
- Disturbi della nutrizione (feeding disorders)
Questi ultimi due sono indicati come disturbi correlati in cui rientrano pazienti che pur avendo un disturbo alimentare, non soddisfano i criteri per una diagnosi piena.
Come si arriva alla diagnosi dei disturbi dell’alimentazione?
Capire come e perché si sviluppa un disturbo alimentare è molto difficile, in quanto le cause possono essere molteplici e il più delle volte variano da persona a persona.
Curare una ragazza affetta da anoressia o bulimia è alquanto complesso: loro la cura l’hanno già trovata nel calo di peso e nei loro comportamenti, non vogliono la “nostra”cura, non sono convinte sia vantaggioso curarsi, non vogliono cambiare. I disturbi alimentari sono definiti come egosintonici ovvero fanno sentire la persona in sintonia con se stessa.
L’associazione del trattamento psicoterapeutico con quello nutrizionale trova la sua ragione nel fatto che questi disturbi sono il risultato di condizioni disfunzionali multidimensionali in cui operano diversi fattori fisici e psichici. Quindi è sempre preferibile che vi sia un approccio nutrizionale specialistico che aiuti la ragazza a recuperare un comportamento alimentare e condizioni generali accettabili. A questo si deve accompagnare un approccio psicologico che aiuti la ragazza a comprendere le proprie difficoltà, paure e problematiche anche sul piano psicologico
Soffrire di un disturbo dell’alimentazione sconvolge la vita di una persona e ne limita le sue capacità relazionali, lavorative e sociali. Spesso infatti, i disturbi alimentari sono associati ad altre patologie psichiatriche, come ad esempio la depressione, ma anche i disturbi d’ansia, l’abuso di alcool o di sostanze, e i disturbi di personalità. Il trattamento dei DCA richiede strutture e personale altamente specializzati, che assicurino un approccio multidisciplinare integrato in cui i professionisti con competenze diverse collaborano integrando e coordinando i loro interventi terapeutici, in particolare, deve essere garantita l’integrazione tra l’aspetto clinico-nutrizionale e quello psicologico, prevedendo un lavoro di equipe tra i medici (psicologa, dietista e psichiatra).
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