Giulia ha 6 anni e da qualche tempo a scuola avverte un forte mal di pancia, un senso di nausea, che settimana dopo settimana fa capolino sempre prima nelle sue giornate. Ora la coglie fin dal risveglio, e implora i genitori di lasciarla a casa da scuola: “Vi prego, almeno per oggi…”. Ma la situazione si ripete e i genitori si chiedono come intervenire.
Sofia ha 11 anni e soffre di mal di testa. A volte il dolore è così forte da impedirle di partecipare alle partite della sua squadra di pallavolo. Ultimamente si sente così abbattuta da passare il pomeriggio in camera sua. I genitori la spronano ad uscire, a “staccarsi da quel cellulare”. Vedere Sofia chiudersi in se stessa inizia a preoccuparli.
Luca, 8 anni, da piccolino soffriva di stipsi. Questo problema ha comportato un ritardo nell’acquisizione del controllo sfinterico: solo da due anni ha abbandonato del tutto l’uso del pannolino. Ancora oggi Luca tende a trattenere le feci e ciò comporta frequenti dolori addominali in lui e grande preoccupazione in mamma e papà.
Trattiamo i disturbi psicosomatici che interessano molti bambini dove spesso i genitori non sanno come intervenire con la Dottoressa Elena Campi Psicologa e Psicoterapeuta dell’età evolutiva, che visita presso il nostro centro Psichè di Poliambulatori San Gaetano
Che cosa sono i disturbi psicosomatici?
I sintomi psicosomatici si collocano nello spazio di intersezione tra mente e corpo. Si tratta di dolori corporei reali riferiti ad una o più parti del corpo (disturbi gastro-intestinali, dermatiti, cefalee, disturbi respiratori, ecc.) che esprimono un disagio di natura psicologica. Accade talvolta che a fronte di una sintomatologia importante, il pediatra possa non riscontrare una patologia organica vera e propria o che individui problematiche emotive che vanno a rinforzare il sintomo, impedendone la guarigione. In questa situazione è utile andare alla ricerca di fattori psichici che ne possano spiegare l’insorgenza.
Come si manifestano e perché?
L’integrazione tra corpo e mente, ovvero l’integrazione psicosomatica, avviene all’interno di un ambiente relazionale carico di scambi affettivi. Il bambino impara a regolare il proprio comportamento e le proprie emozioni dalle figure primarie di accudimento che accolgono, elaborano, tollerano i suoi stati affettivi. Talvolta questo processo di mentalizzazione, ovvero di elaborazione delle emozioni attraverso il pensiero, incontra degli ostacoli. È possibile che sentimenti ed emozioni vissuti dal bambino, come rabbia, paura o vergogna, non riesca ad essere comunicato verbalmente agli adulti a lui più vicini. E il corpo diventa così luogo deputato ad accogliere emozioni che non trovano voce per essere dette.
Come intervenire?
La consulenza con uno psicologo specializzato in psicoterapia dell’età evolutiva può offrire un valido aiuto per:
comprendere la sofferenza manifestata dal bambino, attraverso l’ascolto e l’attenzione a lui dedicati;
evitare di banalizzare e sminuire il dolore vissuto dal bambino, incoraggiando l’emergere di un atteggiamento empatico da parte della famiglia e degli insegnanti, spesso coinvolti perché i sintomi si manifestano anche nel contesto scolastico;
favorire nel bambino la trasformazione di sensazioni angosciose in pensieri e simboli attraverso il gioco, il disegno, la narrazione di storie;
permettere al bambino di utilizzare le energie, prima imprigionate nei sintomi, per i suoi compiti evolutivi.
In cosa consiste la visita?
Lo specialista, attraverso dei colloqui, cercherà di capire quali sono le cause del malessere del bambino coinvolgendo anche la famiglia nel comprendere e intervenire subito alla radice del problema.
Per prenotare una visita contattaci al numero 0445382422 o compila il form dedicato.