“Quando un granello di sabbia penetra in un’ostrica, aggredendola, l’animale reagisce producendo la madreperla, che si deposita intorno al granello e lo trasforma in una perla piccola. L’aspro granello è modellato fino ad assumere la forma nuova di una perla preziosa”. (Cyrulnik, 1999).
Alcune esperienze di vita, quali la perdita di una persona cara, la perdita del lavoro, il sopraggiungere di una grave malattia o il verificarsi di un incidente con conseguenze rilevanti, costituiscono degli eventi critici che possono destabilizzare gli equilibri psicologici della persona che li vive creando un senso di profonda incertezza. Cosa permette ad ognuno di adattarsi e ricostruirsi a seguito delle avversità incontrate?
La competenza che attiviamo e mettiamo in gioco in queste situazioni è rappresentata dalla resilienza.
Cos’è la Resilienza?
La resilienza è una metafora di un fenomeno misurabile in fisica, ovvero dell’attitudine di un corpo a resistere senza rotture in seguito a sollecitazioni esterne brusche o durature di tipo meccanico. Essa è la capacità di un corpo di sopportare gli sforzi senza rompersi e senza che si propaghino fessure all’interno. In psicologia indicherebbe la capacità di un individuo di sapersi adattare in maniera positiva alle avversità, nonostante le condizioni sfavorevoli.
Può essere definita anche come la capacità di affrontare eventi stressanti, superarli, farvi fronte, integrare e riuscire a riorganizzare positivamente la propria vita nonostante l’aver vissuto situazioni difficili che facevano pensare ad un esito negativo.
Da dove deriva il termine Resilienza?
È un termine che deriva dal latino resalio, iterativo di salio, che significa saltare, rimbalzare e per estensione “danzare”. Evoca flessibilità e adattamento, nonché l’incontro con la parte ferita. Cyrulnik (1999, 2006) osserva che l’ossimoro, come figura retorica, consiste nel riunire due termini contraddittori in una stessa espressione ed è una parola chiave per comprendere il processo di chi ha superato il trauma. Così come rappresentato da un ideogramma cinese che indica al contempo ‘crisi’, ma anche ‘trasformazione’ connessa, significa volgere le difficoltà in opportunità, far emergere le risorse utilizzabili.
Essa propone di non ridurre la persona alle sue difficoltà ma di dichiarare anche le sue potenzialità; ciascuno di noi deve poter trovare dentro di sé delle soluzioni e divenire responsabile del suo processo di cambiamento.
Quali sono le principali caratteristiche della resilienza?
Una delle caratteristiche più interessanti che emerge dagli studi sulla resilienza è la capacità di trasformare un’esperienza dolorosa in apprendimento, inteso come acquisizione di competenze utili al miglioramento della qualità di vita. Essa risulta da un processo dinamico nel corso del quale l’esito può cambiare (Rutter, 1985; Garmezy, 1972, Malaguti, 2005), varia secondo le circostanze, la natura dei traumi subiti, i contesti e i momenti della vita, può esprimersi in modo molto diverso e secondo le diverse culture.
Fattori di rischio e fattori protettivi
Il trauma, in sé stesso, non è una causa sufficiente per spiegare la comparsa della sintomatologia. Entrano in gioco sia fattori di rischio (di vulnerabilità), che aumentano la probabilità di esiti negativi in risposta a situazioni stressanti, sia fattori protettivi (di resilienza), che hanno un effetto opposto e proteggono l’individuo da tali esiti.
I soggetti che hanno un atteggiamento positivo nei confronti dell’esistenza accettano i cambiamenti che la vita impone, li affrontano e li superano e si riadattano a essi, trasformandoli in sfide positive. Le esperienze passate e superate diventano un bagaglio di forze cui attingere in ogni momento; il pensiero di essere riusciti a superare ostacoli nel corso della propria vita diventa automaticamente una spinta interna.
Le difficoltà vengono vissute, quindi, come opportunità, come sfide da affrontare che mobilitano le proprie risorse, sia interne (competenze, attitudini, aspirazioni, valori, obiettivi) sia esterne (relazioni con gli altri, contesto familiare, contesto sociale in senso più ampio), al fine di raggiungere un equilibrio più funzionale.
Quali caratteristiche individuali permettono di superare situazioni di stress senza impatti forti sulla salute fisica e mentale della persona?
Alcune caratteristiche individuali che permettono di attraversare situazioni di stress senza impatti rilevanti sulla salute fisica e mentale e di ridefinirsi alla luce di un nuovo equilibrio sono rappresentate (Kobasa, S. C. et al., 1982) dall’impegno (inteso come tendenza a lasciarsi coinvolgere nelle attività, ad impegnarsi fino in fondo rispetto a quanto intrapreso, le difficoltà infatti sono valutate in modo realistico senza spaventarsi dallo sforzo richiesto); dal controllo ( ovvero dalla convinzione di poter dominare in qualche modo ciò che si fa o le iniziative intraprese, avendo fiducia nelle proprie possibilità); infine dal gusto per la sfida (in quanto il cambiamento è accolto come un incentivo a crescere, a impegnarsi, l’atteggiamento sotteso è di apertura e flessibilità verso la trasformazione degli eventi).
Non si nasce resilienti ma lo si può diventare in presenza di avversità.
La resilienza, dunque, è un processo psichico che presuppone pensieri, emozioni e comportamenti in continua costruzione, modificandosi nel tempo in rapporto all’esperienza, ai propri vissuti, a quanto maturato ed elaborato nel proprio percorso.
Dott.ssa Stupiggia Chiara
Bibliografia
- Cyrulnick B. (1999), Il dolore meraviglioso, Frassinelli, Milano,
- Cyrulnik B., Malaguti E. (2006). Costruire la resilienza. La riorganizzazione positiva della vita e la creazione di legami significativi, Trento, Erickson
- Garmezy N, (1972) Vulnerability research and the issue of primary prevention, American Journal of Orthopsychiatry, 41, 101-116
- Kobasa, S. C., Maddi, S. R., Kahn, S. (1982). Hardiness and health: a prospective study. Journal of Personality and Social Psychology42, 168-177
- Malaguti E. (2005), Educarsi alla resilienza. Come affrontare crisi e difficoltà e migliorarsi, Trento, Erickson
- Rutter M. (1985) Resilience in the in the face of diversity, protective factors and resistance ti psychiatric disorder, Britain Journal of Psichiatrie, 147, 598-611