Preadolescenti e genitori: sfide e opportunità

La preadolescenza è quella fase di vita della persona che va dai 10 ai 14 anni circa e che corrisponde al tempo della scuola media. Collocandosi tra l’infanzia e l’adolescenza è stata considerata più tradizionalmente come epoca di transizione e per questo meno trattata nei suoi bisogni caratteristici.

Poniamo alcune domande alla Dottoressa Elena Campi, Psicologa e Psicoterapeuta, che emozioni e cambiamenti scaturiscono nei preadolescenti.

Cosa accade?

I genitori in realtà sottolineano spesso quanto un figlio preadolescente sia “altro” rispetto al bambino conosciuto fino a quel momento. Verso la fine della scuola primaria emerge un senso di disorientamento tra i genitori che si ritrovano ad assistere alla trasformazione dei propri figli. Al contempo, ragazzi e ragazze stessi vivono delle tensioni quando si sentono considerati ancora come bambini o quando, ad esempio, non vengono sufficientemente coinvolti nelle decisioni che li riguardano.

 

Che cosa cambia? 

Le sfide che i ragazzi devono affrontare in questa fase del loro ciclo di vita riguardano molti ambiti: il corpo, la sessualità, le nuove relazioni, con amici e genitori, la ricerca di autonomia e indipendenza dalla famiglia. Alberto Pellai, noto psicoterapeuta dell’età evolutiva, l’ha definita in un saggio di grande successo “l’età dello tsunami”. I preadolescenti appaiono spesso, agli occhi di genitori ed educatori, insoddisfatti e scontrosi: hanno perso sicurezze e conferme della propria identità infantile ma non sono ancora “attrezzati” per i compiti evolutivi adolescenziali.

 

Quali sono i cambiamenti più evidenti?

Il cambiamento più visibile è nel corpo: risulta complesso sentire di essere se stessi dentro a un corpo in mutamento, che vive le modificazioni dettate dallo sviluppo puberale.  Cambia anche la conformazione del cervello, emerge un nuovo modo di pensare e di concepire i legami tra sé e il mondo, costituito in primis dalla famiglia: ecco così comparire, con l’avvento di un pensiero critico con possibilità di astrazione e generalizzazione, la messa in discussione di norme e valori appresi in famiglia.

Le neuroscienze hanno evidenziato come lo sviluppo cognitivo ed emotivo si sviluppino in questa fase del ciclo di vita in modalità differenti: accade quindi che il cervello emotivo abbia uno sviluppo “accelerato” e che quindi condizioni il funzionamento mentale perché non supportato da una equivalente maturità della parte cognitiva del cervello. Ecco spiegata la ricerca di emozioni forti, l’esperienza di compiere azioni senza aver pensato alle conseguenze, gli sbalzi d’umore repentini.

 

Quali nuove sfide devono affrontare i genitori di un figlio preadolescente?

Il compito degli adulti sarà quindi aiutare i ragazzi a produrre pensieri là dove domina l’azione: diventa fondamentale essere genitori capaci di accogliere l’emotività dei propri figli con un atteggiamento paziente, ascoltare i nuovi bisogni emergenti, dare spazio a compromessi e negoziazioni, rimanendo punti di riferimento autorevoli.

Anche nella ricerca di limiti e regole occorre trovare un equilibrio tra la percezione del proprio figlio non più bambino ma non ancora adulto. Responsabilizzare eccessivamente ragazzi e ragazze, attribuendo loro una consapevolezza che non possono avere, risulterebbe controproducente tanto quanto limitarli trasmettendo un senso di insicurezza sulle proprie competenze sociali.

Occasioni di confronto con altri genitori e con insegnanti ed educatori in ambito sportivo e ricreativo consentono al genitore di mantenere uno sguardo positivo, che infonda speranza ai ragazzi e fiducia nel proprio ruolo genitoriale. È un’avventura faticosa ma affascinante assistere e sostenere il percorso di crescita di ragazzi e ragazze, che scoprono potenzialità che non sapevano di avere e che raggiungono nuove autonomie fuori dalla famiglia.

 

Quando ricorrere all’aiuto psicologico?

La preadolescenza è una fase ricca di opportunità, ma che ha anche delle vulnerabilità, legate alle trasformazioni che interessano i preadolescenti. Per questo talvolta può essere utile per i genitori stessi confrontarsi con un professionista, in uno spazio di sostegno alla genitorialità, per favorire un maggior benessere nella relazione genitore-figlio.

Sarà invece indicato fornire un supporto psicologico e psicoterapeutico individuale nel caso in cui i ragazzi manifestino un malessere psicologico, come ad esempio difficoltà di relazione con i pari, ritiro, ansia di separazione, difficoltà di regolazione emotiva, ecc. L’aiuto di un professionista potrà fornire al preadolescente quel supporto al pensiero di cui necessita per dare spazio ai suoi vissuti emotivi, attraverso un rispecchiamento positivo empatico, affinché possa uscire dalla situazione di impasse in cui si trova.

 

Dottoressa Elena Campi, Psicologa e Psicoterapeuta riceve presso Psichè, in Via San Vincenzo 59 a Thiene. Per prenotare una visita contattare il numero 0445 382422 o compilare il form di contatto a lato della pagina.