..”Se in seguito alcune parti di come appaio, di come mi esprimo e di come penso diventano sconvenienti, posso mettere da parte ciò che non va, tenere ciò che rimane e inventare qualcosa di nuovo al posto di ciò che ho scartato. Posso vedere, ascoltare, sentire, pensare, dire e fare.
Possiedo gli strumenti per sopravvivere, per essere vicina agli altri, per essere produttiva, per dare un senso e un ordine là fuori nel mondo delle persone e alle cose al di fuori di me. Io possiedo me stessa e allo stesso tempo posso ideare me stessa. Io sono me e sono giusta”.
(Virginia Satir, Selbstwert und Kommunikation, 1975- Estratto dalla dichiarazione di autostima di Virginia Satir)
Cos’è l’autostima?
L’autostima è quel processo personale che ci porta ad attribuirci un valore, è l’atteggiamento che ciascuno di noi ha di sé stesso e comprende elementi cognitivi, emotivi e comportamentali, essa può essere definita come la valutazione che la persona ha di se stessa: come sono? quali sono i miei punti di debolezza, quali quelli di forza?
Essa è definita dal rapporto tra come ci vediamo e come vorremmo essere e aumenta quando viviamo nel rispetto dei nostri valori. È un processo attivo e dinamico, permette di accettarsi, di volersi bene e di voler bene agli altri.
L’autostima comprende:
- l’apprezzamento di sé e del proprio valore (per i propri talenti, qualità, bisogni, successi ecc.)
- l’accettazione di sé (dei propri punti di debolezza, errori, limiti, insuccessi, emozioni spiacevoli)
- l’affetto sincero verso sé stessi (disposizione benevola, positiva, amichevole verso se stessi)
- l’attenzione e cura dei nostri bisogni.
Il rispetto per noi stessi aiuta ad entrare in un rapporto costruttivo con gli altri.
Come si presenta una persona con bassa autostima?
Chi sperimenta bassa autostima spesso si sente inadeguato, tende a non dare importanza ai propri bisogni, sperimenta incertezza nel prendere una decisione e difficoltà a trovare una soluzione ad un problema o timore di sbagliare.
Le persone con bassa autostima generalmente sperimentano una scarsa fiducia in sé e nel mondo, hanno una difficoltà ad individuare obiettivi realistici e coerenti con le proprie aspirazioni, talvolta hanno la tendenza ad avere aspettative negative su quello che accadrà o sulle relazioni e a dipendere dagli altri per ciò che riguarda la definizione del valore come persona e delle capacità con una ricerca continua del consenso degli altri ed infine una scarsa disponibilità a rischiare.
Come reascisce ad un fallimento una persona con scarsa autostima?
Di fronte al fallimento, la persona con scarsa autostima potrebbe reagire con un atteggiamento di autocritica e si focalizzerà maggiormente sulle proprie mancanze, andando a peggiorare l’idea negativa che ha di sé. Più ho una buona stima di me, delle mie risorse e più tendo a sentire di avere dei diritti, coltivarli e farli rispettare.
Perché è importante avere un buon livello di autostima?
Un buon livello di autostima tende a trattare l’altro con rispetto perché il rispetto per sé favorisce il rispetto per l’altro e l’assertività. Chi crede che i propri pensieri, emozioni e bisogni siano degni di valore pensa che debbano essere espressi. Una buona autostima fa sì che una persona si senta accettata per quello che è.
Possedere una buona autostima significa saper riconoscere in maniera realistica di avere sia pregi che difetti, impegnarsi per migliorare le proprie debolezze, apprezzando i propri punti di forza. Tutto ciò enfatizza una maggiore apertura all’ambiente, una maggiore autonomia e una maggiore fiducia nelle proprie capacità.
Una scarsa autostima è concausa di alcune forme di disagio:
- ansia
- insicurezza
- indecisione
- difficoltà nel gestire la rabbia
- relazioni interpersonali non funzionali
- timori del giudizio altrui
- non realizzazione delle potenzialità individuali.
Buoni livelli di autostima sono legati al successo scolastico e professionale, alle relazioni positive, al benessere globale di una persona anche in termini di salute psicofisica.
L’idea di sé legata all’autostima non si limita ad un unico concetto generale, ma include una serie di dimensioni, ciascuna delle quali sviluppata a partire da diversi contesti ed esperienza di vita, in cui ci si trova ad interagire sin dall’infanzia: emotività, relazioni interpersonali, vissuto corporeo, competenze di controllo dell’ambiente, successo scolastico, vita familiare (Bracken, 1992).
Queste forme di autostima specifiche sono correlate tra loro e hanno effetti su quella globale, a seconda del valore e del peso attribuito a ciascuna delle componenti e in base al momento di vita (James 1890).
Ciascuno di noi ha un importante margine di azione sulla propria autostima che è influenzata dai contesti di vita, ma che è altresì possibile sviluppare e potenziare. Una buona autostima permette di viversi appieno, conoscere i propri limiti, essere consapevoli delle proprie potenzialità e consente di essere se stessi in modo autentico, costituendo uno dei più chiari segnali di benessere psicologico.
Dott.ssa Stupiggia Chiara
Bibliografia:
- Bracken, B.A. (1992), MSCS. Multidimensional Self-Concept Scale. Texas: PROED (trad. it. TMA Test di Valutazione Multimediale dell’Autostima, Edizioni Erickson, Trento, 1993)
- James, W. (1890), Principle of psychology. New York: Holt, Rinehart & Winston.
- Giannantonio M., (2010) Mi vado bene?Autostima e assertività, Erickson
- Miceli M., (1998) L’autostima, Il Mulino