Disturbi dello spettro dell’autismo: Caratteristiche, diagnosi e interventi per il benessere e l’autonomia

I disturbi dello spettro dell’autismo sono disturbi del neurosviluppo che si caratterizzano per deficit eterogenei nella comunicazione, nell’interazione sociale e per pattern di comportamenti, attività ed interessi ristretti e ripetitivi. Le persone autistiche, possono gradire e ricercare il contatto sociale, ma spesso mostrano di avere bisogno di supporto per farlo con successo. Nella comunicazione, le componenti sociali ed emotive tendono ad essere deficitarie; gli aspetti concreti vengono compresi e condivisi in modo privilegiato. Gli stati mentali, l’ironia e i modi di dire possono essere di difficile comprensione. La comunicazione non verbale (es. mimica e tono di voce) può essere deficitaria e slegata dal contenuto della comunicazione verbale. Spesso sono presenti comportamenti abitudinari e difficoltà nel gestire i cambiamenti, anche di piccola entità. Possono essere presenti degli interessi molto marcati e molto ristretti. Molto spesso le persone autistiche presentano ipo o iper reattività agli stimoli sensoriali: alcuni suoni, luci, sensazioni tattili… possono essere percepiti come fonte di malessere o con una intensità diversa da quella che ci si può aspettare.

Il livello di aiuto e supervisione che le persone autistiche necessitano può essere molto differente e può dipendere dalla presenza di altre condizioni mediche e dal poter usufruire di interventi efficaci. Accanto a persone che nella quotidianità necessitano di aiuto importante, vi è chi ha successo nel mondo del lavoro, nella scienza, in famiglia, nella vita di comunità…

Ogni persona autistica è un universo a sé e molte persone con tale diagnosi affermano che l’autismo è uno dei tanti modi per approcciarsi e rispondere alla realtà che ci circonda, non una malattia.

Cosa fare quando si sospetta di spettro dell’autismo?

Se si hanno dubbi o preoccupazioni rispetto allo sviluppo del proprio figlio, il primo professionista da contattare è il pediatra di riferimento. In seguito si procederà con l’iter diagnostico, basato sull’osservazione diretta, sulla somministrazione di test e su colloqui per indagare il comportamento del bambino a casa, a scuola e nei vari contesti di vita. Grazie alla valutazione del comportamento funzionale (cosa sa fare il bambino) i professionisti che formano una equipe multidisciplinare, proporranno, se necessario, degli interventi mirati ad incrementare le abilità che il bambino mostra di poter sviluppare. Nel trattamento potranno essere coinvolti il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il logopedista, il neuropsicomotricista…

Il fine di ogni intervento è incrementare sia le abilità, sia il benessere. Essenziale risulta la conoscenza e l’ascolto della persona con disturbo dello spettro dell’autismo e della sua famiglia.

In generale, cuore dell’intervento è rendere consapevole la persona autistica del proprio funzionamento specifico per farne risaltare i punti di forza. Capacità come l’attenzione per i dettagli e la loro fedele memorizzazione, il processamento di stimoli sensoriali con una modalità altamente specializzata, l’elevata capacità di concentrarsi su uno stimolo o una attività, la razionalità e la peculiarità nel problem solving sono importanti doti da valorizzare. Essenziale nel processo di autoconsapevolezza è la conoscenza di quali stimoli tra quelli sociali, emotivi e sensoriali potrebbero causare una sensazione di sovraccarico.

Lo psicologo spesso aiuta le persone autistiche a comprendere gli aspetti relazioni ed emotivi che caratterizzano i rapporti sociali. All’interno di un percorso di sostegno la creazione di una sorta di “libretto di istruzioni” e di una “cassetta degli attrezzi” può contribuire ad affrontare con successo le mille sfaccettature di un contatto sociale. Comprendere il perché un compagno di classe ha detto o fatto una determinata cosa diventa centrale come lo scegliere e l’implementare la strategia con la quale il bimbo autistico può rispondere.

L’incremento dell’autonomia all’interno della quotidianità è un obiettivo che spesso lo psicologo persegue per incrementare i livelli di performance e di autostima.

Il percorso psicologico non si pone quindi l’obiettivo di modificare la persona, ma di dare ad essa gli strumenti per interpretare in modo funzionale una situazione, per incrementare il ventaglio di possibili scelte funzionali e per essere un agente attivo concretamente impegnato nella propria vita.