La gravidanza rappresenta per la donna un periodo di grande felicità, a cui sono associati cambiamenti a livello ormonale che possono determinare fastidiose alterazioni della cute. La maggior parte di esse sono fisiologiche, non pericolose e tendono ad auto risolversi dopo il parto.

Alcune condizioni però, possono essere campanelli d’allarme di problematiche più serie e vanno identificate precocemente per poter essere tempestivamente trattate dallo Specialista e ridurre al minimo i disturbi.

La Dott.ssa Anna Ferrazzi Medico Chirurgo Specialista in Dermatologia, risponde ad alcune domande legate a questo delicato tema.

 

Cosa si intende per modificazioni cutanee fisiologiche in gravidanza?

Le modificazioni cutanee in gravidanza sono la conseguenza degli ormoni prodotti durante la gestazione, tra queste includiamo:

  • Iper-pigmentazione cutanea: in circa il 90% delle donne in gravidanza, a causa dell’aumento della produzione di melanina, compaiono macchie scure in specifiche aree del corpo (la linea alba del ventre, la zona delle areole mammarie e a livello ascellare o genitale). Solitamente si risolve nei mesi successivi al parto.
  • Melasma o maschera gravidica: è un aumento della pigmentazione del volto dovuto all’incremento degli estrogeni e solitamente riguarda il labbro superiore, fronte e guance.
    Il trattamento prevede l’assunzione di retinoidi e idrochinone, entrambi sconsigliati durante gravidanza e allattamento. Per questo motivo si consiglia semplicemente di proteggere la pelle dal sole per evitarne l’intensificazione.
  • Perdita di capelli e opacizzazione delle unghie: la diminuzione degli estrogeni post parto può causare una forte caduta di capelli e influire negativamente sulla salute delle unghie. In circa 6-8 mesi la situazione rientra nella normalità. È comunque consigliabile rivolgersi al Dermatologo in caso di forti alterazioni o chiazze di alopecia.
  • Smagliature: le strie distensae (striature violacee) in genere compaiono dopo il secondo trimestre e si localizzano su addome, interno coscia, seno ed alla base degli arti inferiori.
    Sono legate ad alterazioni ormonali ed allo stiramento della cute. È importante intervenire quando presentano una colorazione rosso-violacea con creme e gel elasticizzanti. Dopo il parto si possono valutare trattamenti laser mirati.

 

Quali sono le patologie preesistenti che si possono intensificare durante la gravidanza?

Il decorso di alcune problematiche dermatologiche di cui la donna già soffriva, può essere imprevedibile e presentare un inaspettato peggioramento. Parliamo ad esempio di patologie infiammatorie croniche come psoriasi, dermatite atopica, acne e il Lupus eritematoso sistemico (LES).
Quest’ultimo richiede particolare attenzione a causa del rischio di passaggio transplacentare che possono determinare Lupus neonatale nel bebè.

 

Quali sono, infine, le dermatosi tipiche della gravidanza?

In questa classificazione rientrano tutte le problematiche dermatologiche che si manifestano solamente durante la gestazione. È importante precisare di non sottovalutare mai un sintomo molto comune in gravidanza: il prurito.

Nella maggior parte dei casi è legato alla disidratazione ed ai cambiamenti ormonali e si attenua con l’uso di creme idratanti; esso però, può essere sintomo di colestasi gravidica, una condizione pericolosa per il feto.
Si manifesta nel corso del terzo trimestre, è dovuta all’aumento dei sali biliari e causa forte prurito notturno diffuso su tutto il corpo ma in particolare su palmi delle mani e piante dei piedi. La pelle può non presentare alterazioni, se non un lieve ingiallimento. Si possono utilizzare terapie farmacologiche per via orale ma tende a risolverse spontaneamente dopo il parto.

Inoltre ricordiamo tra le dermatosi tipiche anche l’Herpes Gestationis o pemfigoide gestationis che potrebbe presentarsi tra il secondo e il terzo trimestre, e l’eruzione polimorfa della gravidanza (PEP).
In passato nota con l’acronimo PUPPP è una dermatosi tipica del periodo post parto e si caratterizza per un’eruzione di papule orticarioidi, placche, vescicole e pomfi nella regione inferiore dell’addome, con risparmio dell’ombelico.

In gravidanza le terapie vanno gestite con estrema attenzione perché alcune sostanze ed alcuni trattamenti possono causare danni al feto. Quindi, in presenza di problemi alla pelle, è bene non utilizzare prodotti di auto-medicazione, ma chiedere sempre consiglio ad uno specialista.

 

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